articolo a cura di Valentina D'Amico | scritto il 07 Set 2010 Fonte : movieplayer.it
Michele Placido dirige con efficacia un grande cast senza risparmiare nulla allo spettatore nella ricostruzione della biografia del Vallanzasca uomo e bandito.
Dopo Romanzo criminale, Michele Placido conferma la propria vocazione di regista di crime movie a tinte forti con il biopic Vallanzasca - Gli angeli del male. A quanto pare il genere sembra essere assai congeniale al sanguigno autore che, dopo aver ottenuto la fiducia della Twenthieth Century Fox - studio che da anni non si impegnava direttamente nella produzione di un film italiano - ha costruito un affresco storico dell'Italia in nero degli anni '70 incentrato sulla controversa figura di Renato Vallanzasca. La forza produttiva dietro il film si vede tutta. Stilisticamente e tecnicamente Vallanzasca non ha nulla da invidiare a produzioni internazionali quali il francese Nemico pubblico n°1, dedicato al bandito Jacques Mesrine, o il tedesco La banda Baader-Meinhof. Il modello più vicino alla pellicola diretta da Placido è, però, il gangster movie americano più potente e adrenalinico, anche se non mancano punti di contatto con il poliziesco 'sporco' all'italiana degli anni '70. All'inizio del film il regista sente la necessità di contestualizzare la storia che si accinge a raccontare narrando le origini del bandito Vallanzasca, la sua infanzia trascorsa nella periferia milanese, la morte violenta del fratello e le prime escursioni nel mondo del crimine. Per far ciò si serve di una voce narrante che ricorda da vicino quella usata da Ted Demme in Blow, altro biopic dedicato a un celebre narcotrafficante degli anni '70, ma ben presto si discosta dalla patina modaiola del film americano per sporcarsi le mani con una storia nera tutta italiana.
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